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Dodici storie di sacerdoti che soffrono nella malatia. Il toccante libro di Vittore De Carli
Dodici storie di uomini che soffrono, per la malattia, ma non si arrendono. Sono i protagonisti del secondo libro del giornalista e scrittore comasco, Vittore De Carli, che ha presentato a Roma, nella Sala Stampa Vaticana: “Come seme che germoglia. Sacerdoti nella malattia”, pubblicato dalla Lev (Libreria Editrice Vaticana) con la prefazione del cardinale Angelo Comastri. Il testo è inserito nella collana “I volti” nata nel 2018 proprio con il primo libro di De Carli “Dal buio alla luce con la forza della preghiera. La mia storia”. Non capita spesso di assistere alla prima di un libro con presenti anche i protagonisti delle storie raccontate. De Carli, da buon cronista, è pronto a lasciare la narrazione a tre dei sacerdoti tratteggiati nel suo testo. Si tratta di don Francesco Cristofaro, don Andrea Giorgetta e don Maurizio Patriciello, prete simbolo della “Terra dei fuochi”.
“Ma non amo che mi si chiami don – spiegherà Praticello – perché da noi è un appellativo che viene dato ai criminali”.
Ecco così, che a poche ore dall’uscita del libro denuncia di Gianluigi Nuzzi “Giudizio Universale”, che ha gettato una nuova ombra sulla gestione delle risorse in Vaticano, la missione sotto il peso della croce, dei dodici preti raccontati da De Carli, sembra anche la più semplice delle risposte agli scandali recenti della Chiesa. La testimonianza di quel clero che non si può non amare e ammirare, fino a commuoversi per le vicende degli sfortunati protagonisti. Uomini, dicevamo, che anche nel dolore più grande non abbandonano mai la fede.
E’ questo il caso di don Salvatore Mellone, ultima storia delle dodici, l’unica già conclusa. Per cinque anni ha combattuto il tumore. Ordinato presbitero in anticipo sui tempi canonici, quando era già malato terminale. Riuscirà a celebrare la messa solo per 50 giorni e sempre da casa sua.
Presidente regionale dell’Unitalsi, Vittore De Carli ha imparato a conoscere come pochi altri i malati e la loro sofferenza. “Questo libro nasce però per ringraziare tutti i sacerdoti che mi hanno aiutato nella mia vita – spiega l’autore – dalla mia parrocchia nativa di Olgiate Comasco ai preti conosciuti con l’Unitalsi. Ho incontrato questi dodici ministri del culto per raccontare le loro storie di malattia e disabilità. Una vita di forza e di grande amore, spesso vissuta lontana dai riflettori, ma da cui tutti possiamo imparare qualcosa”. I proventi del primo libro scritto dall’autore comasco, e tradotto anche in lingua francese, sono già stati destinati alla realizzazione di una casa di accoglienza per i familiari dei bambini malati di tumore, costretti a trasferirsi per lunghi periodi per stare vicini ai propri figli. Anche la seconda opera di De Carli aiuterà a concretizzare il progetto.
La storia di don Francesco Cristofaro, presente in Sala Stampa Vaticana, che apre la dozzina di preti malati, è di una disabilità feroce, una paraparesi spastica agli arti inferiori. Francesco non cammina come gli altri bambini, non può giocare con loro. Sa che non riuscirà mai andare in bicicletta. Per anni prega solo per guarire, poi grazie all’arma del sorriso inizia la sua missione sacerdotale e oggi difende anche i diritti di altri disabili. Don Andrea Giorgetta, originario di Chiavenna e ordinato sacerdote soltanto l’8 giungo scorso è vicario a Gravedona ed Uniti, sul Lago di Como. Esercita il suo ministero nonostante sia affetto da una malattia grave come la fibrosi cistica, che anche durante la formazione ecclesiale lo costringe a lunghi ricoveri e terapie. Il terzo prete che si batte come un leone, giorno dopo giorno contro la criminalità che ha avvelenato la sua “Terra dei fuochi”, ha invece dovuto fare i conti con una gravissima depressione, che piano piano gli aveva fatto perdere la fame e la voglia di vivere. Don Maurizio Patriciello, prete di Frattaminore (Napoli) grazie al sostegno concreto di tanti amici vincerà anche contro la malattia.
“E’ fondamentale che il sacerdote non sia lasciato solo – dice De Carli – Per questo serve una comunità che lo sappia davvero ascoltare, accogliere e valorizzare. E si potrà scoprire come il prete ammalato o disabile può essere un riferimento prezioso, un “messaggio” eloquente, in particolare per i preti giovani – e per tutti i giovani d’oggi”.
La storia di questi dodici preti dal Nord al Sud Italia “è storia di un seme che – nella malattia, nella disabilità, nella sofferenza e nell’amore – germoglia e porta frutto, per il bene di tutti. E questo è davvero un libro nato dall’ascolto. Con i suoi preti ammalati e disabili, siano essi giovani o anziani, con i suoi “preti di scarto”, la comunità cristiana può vivere l’universale vocazione alla santità e la sfida della missione in una società da rievangelizzare”.