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COM’ERA IL CONCERTO DI TRAVIS SCOTT A MILANO?

COM’ERA IL CONCERTO DI TRAVIS SCOTT A MILANO?

Siamo stati al concerto di Travis Scott a Milano, e l’abbiamo visto dalla prima fila.  E adesse ve lo raccontiamo.

Non potevamo assolutamente farci mancare la prima data italiana di Travis, e perciò dato che le porte sarebbero state aperte alle 14, secondo i dati ufficiali, abbiamo preso il treno delle 7.56 e per le 9.45 eravamo davanti all’Ippodromo. Seguendo la fila di gente ci siamo ritrovati davanti ad un controllo in cui leggevano semplicemente l’ingresso e un secondo molto lasciapassare. All’addetto al controllo degli zaini non interessava cosa avessimo dentro e superato anche il metal detector per le 11 eravamo davanti all’entrata. A bloccare la folla c’era una sola addetta che doveva subirsi gli insulti dei fan più nervosi. Poi ha iniziato a piovere e non ha più smesso. Dalle 11 fino alle 14 siamo stati costretti a stare in un prato sotto il diluvio e poi quando ci hanno fatto avanzare fino ai tendoni la foga della corsa e la voglia di coprirsi dalla pioggia hanno fatto schiacciare contro le transenne alcune persone, soccorse al più presto dagli addetti. Lasciati per pochi metri scoperti dai tendoni, ci siamo messi a scherzare con tutti, e tra un panino lanciato qui ed un ombrello rotto là abbiamo aspettato fino alle 3, dove con un’ora di ritardo hanno finalmente aperto i cancelli e dopo una rapida occhiata solo ai biglietti è iniziata la famosa corsa ripresa su molti social.

Quando siamo arrivati davanti al palco eravamo soli sulle transenne e aspettavamo sotto il diluvio l’arrivo di Esse Magazine con il suo dj set. L’attesa è sembrata eterna e da aggiungere pure il ritardo degli invitati.

Arrivato il magazine inizia finalmente a muoversi qualcosa, hanno riprodotto alcune canzoni storiche del panorama del rap italiano e non solo, eppure la canzone che ha mosso di più la folla è stata: “Pasta con tonno” di Bello Figo.

Il risultato non è stato insufficiente, ma niente di speciale.

Poi è arrivato AVA che ha portato ospiti (es Rondo, Medy) e ha intrattenuto tutto il pubblico.

AVA dobbiamo dire che ha soddisfatto la maggior parte dei fan, e oltre aver dimostrato un gran talento ha dimostrato una grande conoscenza del panorama del rap italiano e internazionale.  

Capo Plaza e Rondodasosa

Dopo AVA, che è rimasto con noi per un 1.30 h, è arrivato Capo Plaza che ha iniziato chiedendo un saluto per Sfera Ebbasta e DrefGold, proponendo in seguito alcuni dei suoi classici, più o meno recenti, come “Tesla” ft Sfera Ebbasta o “Allenamento #2”. Anche il rapper sardo ha portato ospiti (gli stessi di AVA) con cui ha cantato le proprie canzoni (es VETRI NERI con Anna o alcuni dei suoi ft con Rondo), poi ha difeso Rondodasosa da alcune critiche arrivate dal pubblico, concludendo il suo show mentre annunciava il suo nuovo album in uscita nell’inverno del 2024. 

Mentre noi attendevamo da ore arrivavano VIP come Diss Gacha e DrefGold, che arrivavano solo per Travis, oppure altri che erano lì da più tempo tipo Caressa.                                                                                                         

Per le 21.30 è arrivato Cactus Jack il suo spettacolo è stato trascinante dal primo all’ultimo secondo, seppur molti fossero in piedi dalla mattina presto o avessero fatto nottata per lui e stessero dritti da 12 ore senza potersi appoggiare in nessun punto, il pubblico non si è fermato nemmeno un secondo.

Ricordiamo di aver atteso un attimo per guardare l’incredibile spettacolo che pubblico e cantante avevano creato insieme, diventando un tutt’uno per l’ora e mezza di concerto concessa dalla star dell’Hip Hop americana al pubblico, pagante, italiano. Ci vengono i brividi a pensare a quel momento tanto caotico quanto epico, con il diluvio universale che ti arrivava addosso e non ti permetteva di capire se fossi più bagnato o sudato.

Travis finisce il concerto per le 22.30 circa dopo aver suonato forse il suo più grande classico: ”goosebumps” e averla fatta cantare a cappella dal suo pubblico. 80 mila persone tutte pronte a cantare ciò che il cantante diceva; assottigliando il confine della quarta parete.

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Le sue parole a fine concerto saranno: ”Milano, ti devo un’altra ora” Possibile? Il tempo ce lo dirà. Rimane il fatto che le luci si spengono e si torna casa, ma non prima di passare dal merch dell’album ancora non uscito, ma spoilerato dal rapper stesso “Utopia”.

Ah tutto finito? Peccato. Ah non era neanche sicuro fosse ufficiale? Allora meglio così.

Ci si incammina verso la macchina realizzando cosa fosse appena successo, pausa pipì e in macchina tornando verso casa non riuscendo a immaginare come tornare al mondo reale, perché quello a cui abbiamo assistito è un puro atto di amore verso l’umanità, sempre se Travis si può ritenere umano.

Purtroppo ci rimane il rammarico di non aver fatto troppi video, ma non per nostra scelta dato che i display dei nostri telefoni sono andati distrutti dalla pioggia battente. Ma ne è assolutamente valsa la pena.

Quindi organizzazione male, Esse Magazine sufficiente, benino gli ospiti, bravo AVA, bene Capo Plaza e Travis alieno.

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