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La comunicazione ai tempi del Coronavirus
Il filosofo francese Henri Bergson un giorno scrisse che “La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento di anima”. Difficile però trovare risorse anche nell’anima nei giorni del Coronavirus delle “zone rosse” e “arancioni”. Molte aziende si stanno chiedendo se comunicare all’esterno e cosa comunicare.
Cosa e come si deve comunicare in questi giorni?
Consiglio numero 1
Sarà capitato a tutti, in questi momenti di emergenza sanitaria, di provare quasi fastidio da messaggi pubblicitari e spot che fino a poche settimane fa ci facevano sorridere e ci spingevano agli acquisti o a scegliere dei servizi. Immagini anche solo di gente felice, di luoghi affollati, giovani che ballano, alzano drink, festeggiano, clip di sport, vita sociale. Il mondo è cambiato nel giro di pochi giorni. Siamo in “guerra” in Italia, ma anche nel resto del mondo.
Consiglio numero 2
Fermare le campagne che possono urtare la sensibilità delle persone. L’invito a contare fino 100 prima di pubblicare un post, congedare il layout di una pubblicità, una fotografia o un redazionale, pensando a ogni sfaccettatura del messaggio oggi va elevato all’ennesima potenza. In certi casi anche il SILENZIO VALE PIÙ DI MILLE PAROLE. Meglio essere pronti con la massima energia e le massime risorse da investire quando tutti potranno e vorranno ripartire. Sarà una corsa a recuperare il terreno perso. Pensate, pensate, allenatevi. Gli imprenditori seri riescono a sopportare alcune settimane di stop anche completo del mercato, ma tutti vorranno recuperare il più possibile, quando la macchina si rimetterà in moto. Allora potremmo riprendere anche tutte le nostre campagne, con piccoli correttivi forse.
Consiglio numero 3
La TRASPARENZA e la SERIETA’ pagano sempre. Nei primi giorni di allerta sanitaria molti hanno provato a sorpassare l’allerta con la comunicazione positiva. L’operazione si è poi rilevata un errore clamoroso. L’invito a ripartire, ad uscire, mosso più dal cuore che dalla testa, ha creato confusione e situazioni di pericolo sanitario indotto. Oggi sappiamo che diversi contagi per Coronavirus sono avvenuti a causa del mancato rispetto delle indicazioni (pur inizialmente più soft) date dalle autorità. Per chi deve comunicare in questi giorni, quindi, e ci sono realtà che devono informare per sopravvivere, valgono i principi di trasparenza, serietà ed essenzialità. La chiusura per un’ordinanza di un’attività economica va comunicata con tempestività e con precisi riferimenti alle ordinanze. Ogni riferimento dettato “dalla pancia” può essere un messaggio sbagliato e fuorviante.
Consiglio numero 4
UNITA’. Mai come nei periodi di crisi l’unione fa la forza. Associazioni di categoria, corporazioni, piccoli gruppi, oggi sono fondamentali per il sostegno anche psicologico. Poi diventeranno utili per la ripartenza, anche per amplificare i nostri messaggi.
Consiglio numero 5
INFORMARSI DA FONTI VERIFICATE. Questa dovrebbe essere sempre la regola numero uno della vita quotidiana. Prima di fare da eco a qualsiasi messaggio, meglio verificarlo. La comunicazione sbagliata e falsa danneggia sempre. Danneggia nei gruppi WhatsApp delle mamme dell’asilo figuriamoci se fatta verso l’esterno da un brand, piccolo o grande che sia. Nei tempi recenti abbiamo visto la forza che hanno avuto alcune “fake news”, “bufale” urlate in campagna elettorale da personaggi politici. Sono state in grado di fare eleggere questo o quello, ma anche di spostare lo spread, di fare crollare le Borse. Oggi la situazione è diversa. C’è in gioco qualcosa di più, la SALUTE PUBBLICA, in certi casi la VITA delle persone. Mai come nei giorni del Coronavirus, poi, le bugie hanno le gambe molto corte. La posta in gioco, ripetiamo, è troppo alta. Per la politica il conto verrà presentato già alla prossima tornata elettorale post-virus. E per i prodotti e i servizi del Made in Italy? Ricordiamoci sempre che l’informazione seria, quella dei quotidiani di carta, dei Tg e dei siti autorevoli diventa anche il baluardo per la comunicazione di qualsiasi impresa. Iniziamo con l’informarci lì, prima di qualsiasi azione.