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LA MAESTRA E IL PESCE ROSSO

LA MAESTRA E IL PESCE ROSSO

Non amo le recite scolastiche. Credo di essere un po’ allergico anche alle cerimonie in genere, dai canti di Natale alla consegna dei diplomi. Però da sempre ci vado e sorrido. Partecipo, saluto, batto le mani grido: “Bravi!”
Un genitore deve imparare a fare anche questo. Poi pare che da nonno diventi pure più facile.

Oggi è stato organizzato un momento di saluto per la classe di Pietro, che ha finito la quinta elementare. Quinta B di Albate. Un incontro tra compagni di scuola e maestre, non si vedevano di persona dal 21 febbraio. Sono meno di venti bambini, più i genitori. Una bella classe di amici con delle brave maestre. Appena entrati nel cortile della scuola i ragazzi hanno iniziato a fare i capannelli. Maschi da una parte e femmine dall’altra. Tutti con la mascherina, tutti un po’ distanti, ma sempre tanto amici e complici, come se fosse appena suonata la campanella dell’intervallo di un qualsiasi giorno della scuola in presenza.

Non amo le recite, i discorsi di presidi, di maestre e di mamme, neppure le canzoncine, le foto e i pensieri letti dai bambini. Oggi però sarei stato volentieri delle ore in quell’aula magna, seduto a fianco di Pietro e con Viola sulle ginocchia, per tenere le giuste distanze dagli altri bambini e genitori. Ho ascoltato tutti con grande attenzione, battuto le mani e sorriso sempre, con gli occhi e la bocca, da dietro la mascherina. Pietro ha avuto ottime maestre, persone speciali, l’ho sempre pensato in questi cinque anni. Ne ho avuto conferma oggi, quando le maestre parlavano dei loro bambini diventati ragazzi. Quando gli occhi diventavano lucidi, la voce si spezzava.

Non amo le sorprese, un po’ mi spaventano pure. Verso la fine dell’incontro, la maestra Alessandra ha chiesto ai ragazzi se secondo loro mancasse qualcuno da salutare. Dopo un po’ c’è chi ha detto: “Sì, manca Millebolleblu…” Millebolleblu detto Flash è il pesce rosso che in questi anni Pietro ha sempre avuto in classe, dalla prima alla quinta.

Non amo i pesci rossi, ma in casa mia ne sono già passati diversi. Ora abbiamo tre tartarughe d’acqua in un grande acquario.

La maestra ha poi alzato un telo riposto sopra la cattedra e scoperto venti piccoli acquari, tra lo stupore generale. Ciascuno aveva dentro un vero pesce rosso. C’era un Millebolleblu per ogni studente. Su ogni acquario un messaggio, che è arrivato dritto al cuore di tutti. Così, ancora applausi, occhi lucidi, occhiali appannati e sorrisi dietro le mascherine. Non avevo mai visto e sentito di maestre che regalano pesci rossi.

Non amo raccontare la mia quotidianità, le mie emozioni, ma stasera credo che fino a quando nella scuola italiana ci saranno persone e professioniste come le maestre di Pietro, le nuove generazioni sapranno come affrontare meglio il futuro. Anche il ruolo di genitore sarà un po’ alleggerito di alcuni compiti.
Questo nella scuola vera però, non in quella a distanza, perché insegnare da dietro uno schermo del computer è un po’ come sorridere con indosso la mascherina o avere solo un pesciolino di carta, come quelli della foto che ho messo in questo lungo post.
Alla prossima
Pol

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